Mini-guida all’apparecchio ortodontico dedicata ai genitori

Mini-guida all’apparecchio ortodontico dedicata ai genitori

«Ha i denti storti, dovrà mettere l’apparecchio? Sì, ma è ancora piccolo». Sono alcune considerazioni che spesso si ritrovano a fare i genitori nella convinzione che l’apparecchio serva solo a correggere problemi estetici e che la terapia ortodontica sia controindicata nella prima infanzia. Nulla di più sbagliato. Accade spesso che queste alterazioni, oltre che a sciupare l’estetica del sorriso, vadano a compromettere il corretto funzionamento della masticazione e della fonazione. Lo specialista valuterà caso per caso l’opportunità di eseguire una visita dall’ortodontista, che a sua volta deciderà se il bambino ha bisogno o meno di portare un apparecchio ortodontico.

L’apparecchio ortodontico può essere utilizzato a tutte le età, anche da adulti, ma alcuni tipi di malocclusioni e problematiche per essere risolte efficacemente necessitano di un intervento precoce, da bambini, quando è ancora possibile intervenire sulla crescita cranio-facciale.

Negli articoli precedenti abbiamo più volte spiegato come sia importante abituare fin da piccoli i bambini alla visita odontoiatrica, per diversi motivi: innanzitutto per sconfiggere la paura del dentista, ma anche per individuare possibili problemi e prevenire complicazioni. La prima visita andrebbe effettuata verso i 4/5 anni, proprio per intercettare eventuali malocclusioni o altri fattori, che possano influire sullo sviluppo corretto della dentatura e dell’ossatura della mascella.

La malocclusione dentale si verifica quando i denti dell’arcata superiore non sono allineati con quelli dell’arcata inferiore e quindi si presenta un rapporto anomalo tra i denti della mascella e quelli della mandibola.

Le malocclusioni, non sono soltanto un problema estetico, come molti erroneamente pensano. Non che i problemi estetici siano di poco conto, soprattutto quando coinvolgono bambini e adolescenti. Le ripercussioni sociali possono essere talvolta piuttosto problematiche, da qui l’importanza di trattare quanto prima questo tipo di disturbi. Ma oltre a problemi estetici, le malocclusioni possono causare svariati disturbi di varia entità come:

  • mal di testa,
  • disturbi della masticazione,
  • disturbi della fonazione (difficoltà a pronunciare alcuni suoni),
  • disturbi della respirazione e disturbi del sonno (Russamento, Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno OSAS, Bruxismo),
  • disturbi otorinolaringoiatrici,
  • disturbi della postura.

Nei bambini può verificarsi che la malocclusione derivi dalla componente scheletrica del volto e non dalla componente dentale, e in questo caso è fondamentale un intervento precoce.

Ad esempio, nel caso del morso aperto, che può essere causato dal succhiamento del pollice, o del morso incrociato si può intervenire già a partire dai 5 anni per evitare che si instaurino, crescendo, problematiche più gravi. In questi casi si parla di terapia ortodontica intercettiva. Quando la maloccusione invece è di natura dentale (in pratica, denti storti) normalmente si interviene con la terapia ortodontica dopo la permuta completa dei denti, cioè la sostituzione dei denti da latte con quelli permanenti.

Luglio è il mese della prevenzione delle malocclusioni dentali

Il primo passo per un buon trattamento è sempre una corretta diagnosi che spetta allo specialista in ortodonzia.

La scelta dell’apparecchio fisso o mobile, o la combinazione di entrambi, dipende innanzitutto dal tipo e dalla gravità della malocclusione: sarà l’ortodontista ad indicare quale soluzione sia la più adatta, tenendo ovviamente anche conto del livello di collaborazione e dell’età del giovane paziente.

Gli apparecchi ortodontici fissi vengono fissati direttamente nella bocca del paziente tramite bande, bracket e altri dispositivi. L’apparecchio fisso ha il grande vantaggio di agire 24 ore su 24 e quindi il tempo complessivo del trattamento è inferiore rispetto a quello necessario con un apparecchio mobile. Inoltre, questo metodo è molto preciso e ben programmabile.

Gli apparecchi mobili consistono in genere in una placca di resina su cui sono inseriti diversi elementi in filo metallico e una o più viti. Spesso preferito perché più discreto e più comodo, in realtà il suo vantaggio principale, cioè il fatto di poterlo gestire in autonomia estraendolo dalla bocca liberamente, è anche uno dei suoi più grandi svantaggi, soprattutto quando si ha a che fare con pazienti non sufficientemente motivati o collaborativi quali sono i bambini e gli adolescenti.

L’ortodontista valuterà, quindi, caso per caso quale sia la terapia idonea per ogni età e problematica.

Se è vero che non esiste un’età giusta che sia uguale per tutti per mettere l’apparecchio, è anche vero che ci sono fasce di età specifiche per intervenire al meglio su determinati problemi. Già a partire dai 3-4 anni, la pre-ortodonzia può correggere alcune forme gravi di malocclusione intervenendo con dispositivi mobili in silicone morbido da far tenere in bocca al bambino il più a lungo possibile durante il giorno.

La fascia di età fra i 5 e gli 9 anni è quella ideale per intervenire sui casi di palato stretto del bambino. In questi casi l’ortodontista può utilizzare un particolare apparecchio ortodontico fisso (Espansore Rapido Palatale) per rimettere sui giusti binari la crescita dento–facciale, espandendo il palato stretto e creando lo spazio per i denti permanenti. Intervenire precocemente è fondamentale perché nei bambini il palato non è ancora fuso come negli adulti ma è formato da due metà che si possono distanziare efficacemente ed in tempi brevi.

Fra i 10 ed i 13 anni l’ortodontista può utilizzare l’apparecchio ortodontico per migliorare l’allineamento dei denti, risolvere problemi di affollamento, chiusure errate del morso e migliorare l’estetica del sorriso. Anche in questa fascia di età si preferisce in genere l’utilizzo di apparecchi fissi, che richiedono minor collaborazione da parte di pazienti alle soglie di un’età difficile quale è l’adolescenza.


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