Che cos’è l’ortodonzia?
L’ortodonzia o ortognatodonzia o ortopedia dento-facciale è la branca specialistica dell’odontoiatria che si occupa del controllo e della correzione delle strutture dentofacciali (denti e mascellari) sia in fase di crescita (ortodonzia dell’età evolutiva) che nella maturità (ortodonzia dell’adulto).
In pratica l’ortodonzia si occupa della diagnosi, della prevenzione, dell’intercettamento e del trattamento delle malocclusioni dentali e scheletriche, attraverso l’intervento correttivo più adatto, tenendo conto di un solo obiettivo: il raggiungimento e il mantenimento di corrette relazioni occlusali e di una buona armonia estetica del complesso craniofacciale.
Membro della Società italiana dentisti ortodontisti (SIDO) e dell’Associazione specialisti italiani ortodonzia (ASIO)
Qual è la differenza tra un dentista per bambini e uno per adulti?
Il dentista pediatrico è un dentista speciale. Rispetto al dentista generico riceve una formazione specifica e la sua pratica quotidiana è dedicata alla cura dei denti e del cavo orale dei bambini, dall’infanzia fino all’adolescenza. Per questo è anche in grado di riconoscere eventuali problematiche legate alla crescita delle ossa mascellari e individuare il momento più specifico per intervenire.
A che età i bambini devono fare la prima visita dal dentista?
La prima visita dal pedodontista, l’odontoiatra specializzato nella cura dei denti e del cavo orale dei bambini, è consigliabile già a partire dai 6 mesi, periodo in cui iniziano a spuntare i denti da latte, per avere tutte le informazioni per la cura dell’igiene orale del bambino. Verso i due anni invece, anche se non ci sono apparenti problemi, è necessario un primo controllo per verificare che lo sviluppo della dentizione primaria stia procedendo correttamente ed intercettare precocemente eventuali problematiche. Successivamente è importante un controllo odontoiatrico periodico almeno ogni 6 mesi per tenere sotto controllo lo stato di salute della bocca.
Il ciuccio fa male ai denti?
Succhiare il pollice o il ciuccio è una abitudine viziata, considerata fisiologica entro i 2 anni di età. Oltre questa età, se tale abitudine non cessa, può provocare deformazioni delle arcate dentarie, più spesso morso aperto anteriore (mancato combaciamento anteriore dei denti) e/o morso crociato (i denti chiudono al contrario da una o da entrambe le parti). In questi casi in genere si sovrappone una deglutizione non necessaria: la lingua spinge anteriormente e si interpone tra le arcate, impedendo di fatto la correzione del morso aperto. Questo tipo di deglutizione, corretta quando la nutrizione del bambino avviene mediante suzione (deglutizione infantile), diventa dannosa successivamente, in quanto aggrava morso aperto e palato stretto.
I denti da latte vanno curati?
Si pensa che i denti da latte non richiedano particolari cure e controlli e che, una volta caduti, anche se cariati o rovinati, non si presentino problemi per i denti definitivi. Nulla di più sbagliato: i denti da latte sono molto importanti per la masticazione e per uno sviluppo sano delle ossa mascellari e della seconda dentizione: se la carie procede può arrivare a interessare la polpa, l’osso alveolare e danneggiare irrimediabilmente il germe del dente permanente, essendo a stretto contatto con esso. Ed infine fanno da “spaziatori” per i denti permanenti permettendo loro di crescere sani e forti. Se un dente da latte è cariato deve essere estratto, il posto del dente permanente non è più garantito e c’è il rischio che vengano compromessi l’allineamento e la corretta masticazione dei denti definitivi.
Come posso preparare mio figlio alla visita odontoiatrica?
È normale che un bambino abbia paura durante la sua prima visita dal dentista, ce l’hanno anche gli adulti. Ma non c’è da preoccuparsi, il primo incontro è breve e i trattamenti sono nulli. Per il dentista e il bambino la prima visita è un momento per conoscersi. Prima di procedere alle cure, è importante instaurare fin da subito un rapporto di fiducia e confidenza anche con i più piccoli. L’importante è non trasmettere al figlio la propria ansia. Un buon consiglio per i genitori è di preparare il bambino alla sua prima visita parlandogli di quello che accadrà, farlo partecipe, coinvolgerlo, mantenendo sempre un tono positivo. In fondo, l’unico modo di vincere la paura è la conoscenza.
Come abituare il bambino a lavarsi i denti?
È importante non forzare il bambino ad usare lo spazzolino, piuttosto bisognerebbe fare in modo che il momento del lavarsi i denti, approfittando anche del contatto con l’acqua che è generalmente molto gradito ai bambini, si trasformi in un gioco e in seguito in una consolidata e piacevole abitudine. A questo scopo è utile avvicinare gradualmente il bimbo all’evento: facendogli vedere come si fa, aiutandolo nello spazzolamento e spiegandogli i vari passaggi. Il bimbo inizierà ad incuriosirsi, e così comincerà a prendere confidenza con lo spazzolino. Dai 6 anni il bimbo può diventare autonomo, ma deve essere sempre sorvegliato dai genitori affinché la pulizia avvenga nel modo corretto.
Quando bisogna mettere l’apparecchio ortodontico?
I regolari controlli dall’ortodontista infantile sono importanti proprio per intercettare tempestivamente eventuali problemi e intervenire di conseguenza: dalla necessità di una maggiore e più puntuale igiene orale per prevenire le carie, all’apparecchio per risolvere problemi di malaocclusione. L’età in cui mettere l’apparecchio ortodontico dipende dal difetto che si vuole correggere, perché alcuni vanno trattati precocemente, anche a cinque anni, per altri invece si preferisce intervenire più avanti aspettando il completo sviluppo facciale, mascellare dentale.
Quanto dura un trattamento ortodontico?
La durata è variabile: dipende dal problema da trattare, dalla sua gravità, dall’età del paziente, dalla collaborazione del paziente. Un trattamento ortodontico in dentizione permanente può durare da pochi mesi a un paio di anni, a seconda del tipo e gravità del problema. Nel paziente in crescita, invece, a causa del continuo sviluppo della dentatura e della crescita cranio facciale normalmente si usa alternare periodi di trattamento ad altri di attesa, cercando di sfruttare i momenti di crescita più importanti del bambino. Ad esempio, spesso, soprattutto nei casi di problematiche scheletriche, si esegue un trattamento in due tempi, uno in dentizione decidua e/o mista e l’altro in dentizione permanente.